Thursday, August 12, 2010

Tatuering över Keratosis Pilaris

7 Luglio...Onore a Carlo Falvella.


Nemmeno trascorsi due anni dalla morte di Ugo Venturini a Genova, un altro giovane missino cadde a Salerno per colpa dell’odio comunista. Il suo nome era Carlo Falvella. Il padre, Michele, proveniva dalla Basilicata, era un professore di scuola media superiore, cattolico tradizionalista e mutilato di guerra. La madre, di origine abruzzese, era missina convinta, spesso girava per Salerno con i manifesti del Msi attaccati agli sportelli e al cofano della macchina. Sei figli, cinque maschi e una femmina. Carlo, studente di filosofia e vicepresidente degli universitari di destra salernitani, aveva abbracciato la vita politica proprio grazie alla tenacia e alla passione della madre. Purtroppo era affetto da una gravissima forma di miopia. Infatti, Carlo, era già stato operato tre volte di cataratta e solo il progresso della scienza oculistica poteva salvarlo dalla cecità totale. Mancavano cinque minuti alle ventidue del 7 luglio 1972, quando i Carabinieri di Salerno furono allertati da una telefonata per una furibonda rissa in via Velia. Carlo Falvella e l’amico Giovanni Alfinito, prima di rincasare, furono notati da un gruppo di tre persone, Giovanni Marini, Francesco Mastrogiovanni e Gennaro Scariati, tutti appartenenti alla sinistra extraparlamentare. Al loro incontro Marini estrasse il coltello e colpì Alfinito all’inguine. Carlo, per difendere l’amico, si lanciò contro Marini ed entrambi caddero a terra. Ma durante la colluttazione Carlo fu colpito gravemente alla aorta. Nonostante il trasporto immediato all’ospedale e un intervento chirurgico Carlo Falvella morì. Marini fu subito arrestato mentre Mastrogiovanni e Scariati si diedero alla latitanza. Alle esequie parteciparono circa ventimila persone, quasi tutte appartenenti al Msi, il giorno prima in città era arrivato anche il segretario Giorgio Almirante. Assenti tutti gli altri partiti ma anche le figure istituzionali quali il sindaco di Salerno, Gaspare Russo, e il presidente della Provincia, Carbone. Dopo quattro giorni dalla morte di Carlo, il Secolo d’Italia, organo ufficiale del Msi, pubblicò in prima pagina il titolo: “Un altro martire per la gioventù d’Italia. Dopo Venturini il sacrificio di Carlo Falvella”. The federation of the PCI Salerno expressed their outrage at the loss of young life. In the days after it happened all at Salerno. A real campaign in defense of innocent John Marini. From Milan to Salerno, slogans, demonstrations and even the writing and dissemination of all four songs inspired by the same episode. Relief red militant published a pamphlet entitled "The case Marini" just as it was in the process. But also from intellectuals such as Dario For, Franca Rame and a young lawyer for a great career, Julian Blast. Actually, who was John Marini? He was a militant anarchist with a history in common with that of thousands of working class southerners. He was born in a small town, Sacco, in Campania, and the age of ten he moved with his family in Salem. Growing up in a situation of social disintegration and poverty, soon began to rebel against the causes of exclusion. At nineteen, after graduation in accounting, was immediately branded as subversive and he was unable to find employment. He was forced to survive on odd jobs for several years and he served long in the Communist Party and then leave permanently for his anarchist views. At the end of the process, in 1974, was sentenced to twelve years imprisonment for manslaughter and aggravated competition in a brawl. In 1975, on appeal, the sentence was reduced to nine years. Mastrogiovanni and Scaria, however, were acquitted of affray. In 1979, Marini was released from prison and remained for two years under probation. He found work as a social worker, Padula, fifteen kilometers from Salerno. But he could not integrate and gradually slipped into alcoholism. In December 1982, Marini was arrested again along with other people on charges of belonging to the Red Brigades. He died in Salerno in 2001 to forty-nine.

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